“Noi altri depintori
abbiamo da parlare con le
mani!”
(Annibale Carracci)
Stamane ho incontrato un compagno di scuola
che
non aveva più un nome finora,
ha gli occhi di un padre e somiglia a un
pittore
che parla di sé con le mani.
I semplici nomi alle barche di
Dio,mentre
i nomi altezzosi alle chiese,
buonsenso alle danze di fanti
bendati
che brindano senza pensare.
Gente che viene, gente che va,
la
gente che resta è quella che dà.
L’amico mi parla il suo dialetto
scuro,
madeleine da cui affiora il mio istinto più puro;
giocare col tempo va
bene, ma solo se è
come fa un padre col figlio maturo.
Che “dotto” è parola
diversa da “saggio”
credevo di averlo saputo,
lo scrivono i libri, lo dicono
in tanti
lo sanno tutti, ma nessuno.
Gente che viene, gente che va,
la
gente che resta è quella che dà…
Le menti più grandi si estinguono, ma
a
soppiantarle saranno adunanze
e stormi di intelligenze “normali”
che,
insieme, già sono geniali.
Gente che viene, gente che va
la gente che resta
è quella che dà…
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