In un sogno antico
ti ritroverò
acerbo e un po’sbiadito
e accarezzerò
gli occhi di un bambino
le tue ambiguità
trasparenti e ardite
giochi di voluttà.
Uomo evanescente
con quale intensità?
Essere importante
con quanta crudeltà?
Poi la farai finita
che cosa inventerai?
Guardandomi negli occhi
che cosa troverai?
Io sono tua
io sono tua
io sono tua.
Nei profondi istinti
della tua complicità
confusa e straordinaria
la tua abilità.
Vorrei che in un momento
mi assomigliassi un po’
per porre fine al gioco
per dirti che sarò
sarò per te orizzonte
la tua libertà
ma scoprirò i tuoi fianchi
la tua fragilità.
Guardando nei tuoi occhi
mi riconoscerei
sperduta e un po’bambina
e ancora ti direi:
“Io sono tua
io sono tua
io sono tua
io sono tua
io sono tua
io sono tua.”
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