Perché Non Si Vive Per Sempre

Perché Non Si Vive Per Sempre

Roby Facchinetti

C’erano dei giorni che tornavo su da scuola
si sposava la polenta con il filo e le api in volo su nel cielo
c’erano dei sassi da tirare contro al sole
al campanile taciturno come il vecchio prete orfano di dio
c’era quella casa aperta a tutti come un porto di campagna
una necchi per cucire e un pianoforte tutto mio
Ma perché non si vive per sempre, oggi che ogni invenzione è verità?
La realtà abbraccerà mai la fantasia
medioevo e modernità, io coi miei fratelli là
siamo ancora noi quelli, chissà
C’era da aspettar mio padre a sera che tornava
che sudata, con la moto sempre più in salita, dalla fonderia
C’era poco e tutto, stanze fredde e caldo il letto
odor di brace e di animali, facce rosse, fisarmoniche juke box
Piante da scalare per ciliege e per guardar lontano
Americhe e Milano all’orizzonte, sopra il tetto o in cima a un ramo
Ma perché non si vive per sempre?
Tornerà chi abbiam perso e non c’è più?
Si potrà fare un primo maggio qui, dove sei solo ciò che sei
perché noi siamo sempre noi
Ma perché non si vive per sempre, casa mia, prateria quasi in città
la realtà abbraccerà mai la fantasia? C’è un casello, un cartello e via
mezzo cuore lo parcheggio qua, l’altro pezzo la strada la sa
Ma perché non si vive per sempre, ma perché scappa il tempo, dove va?
La realtà non ammazzi la fantasia, che bordello che nostalgia
io camillo in libertà, sarò ancora io quello chissà

Perché Non Si Vive Per Sempre

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