Là, oltre le colonne che segnano la fine
Atlante il nostro re, di cultura e civiltà
Noi figli di poseidon e di clito la sua sposa
Noi quasi semidei in un giorno e una notte cademmo giù sempre più giù
Nella piazza ora gremita, un diluvio universale
La grande lastra di oricalco che diede la saggezza
Ora ridotta a polvere, la nostra colpa risuonò
Nel santuario d’avorio dove l’alba e il tramonto irradiavano d’oro il mondo intero
L’uomo da sempre combatte il suo essere animale
Che imbriglia e governa il suo spirito ancestrale
Virtù e cultura soccombono all’ impeto carnale
Dell’uomo qui nato per essere bestiale
La terra di grano avvolta in campi coltivati
Qui perde il suo dono della fertilità
Che la mano dell’uomo mantenne intatta
Epoca d’oro perduta di grande civiltà
Cade la grande civiltà
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